Departures – Il viaggio dell’addio tra dignità e bellezza

28 Giugno 2023


🎥🎬Ti Consiglio Un Film La rubrica del CSVFVG Cinema e Terzo Settore

(TAKITA YOJIRO, Giappone 2008)

Umanissimo, commovente e al tempo stesso divertente, Departures di Takita Yojiro è stato il vincitore di un’impressionante serie di premi, tra cui il Gelso d’Oro al Far East Film Festival del 2008, coronato dall’Oscar per il miglior film straniero lo stesso anno. In questo film giapponese un violoncellista disoccupato trova lavoro (all’insaputa della moglie) come nokanshi – il doppiaggio italiano lo traduce come “tanato esteta” – ossia addetto alla pulitura e alla truccatura di cadaveri prima del funerale. Una professione imbarazzante, non solo per la tendenza tutta contemporanea ad allontanare l’idea materiale della morte, ma perché in Giappone, ma in base allo shintoismo, rientra nel novero dei lavori impuri.
Non è solo per i morti che lavora il nokanshi ma per i vivi. Al potere corrosivo della perdita corrisponde il potere risanatore del rito della pulitura, della vestizione e del trucco del corpo davanti ai familiari inginocchiati.

La caratteristica di Departures è l’abile incrocio fra elemento drammatico di rapporti ed elemento comico di situazioni. Lo humour che lo attraversa non è humour nero, come ci si potrebbe aspettare, ma deriva da uno sguardo gentile sull’esistenza, che consente al film di fondere in maniera molto fluida i suoi vari fili narrativi: la riflessione sulla morte in relazione ai vivi, l’elemento mélo dei rapporti familiari spezzati, la relazione matrimoniale del protagonista, ed anche la musica.

Al centro del film c’è la dimensione del gesto. Il formalismo degli inchini si allarga al formalismo dei gesti dei nokanshi, codificati, trattenuti, intrecciati di una lentezza e sobrietà che li rende preziosi. Il primo requisito è il pudore: la pelle del morto non dev’essere vista dai familiari: si lavora sotto il drappo funebre. In Departures non ci sono preoccupazioni metafisiche: parla dei rapporti umani; ma vi ritorna la concezione giapponese di un eterno fluire delle cose, simboleggiato dai salmoni che risalgono il fiume, dal volo delle gru bianche, dal fiume stesso che scorre sotto un ponte molto presente nel film.

Giorgio Placereani – (approfondisci qui)


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Curiosità

Takita Yojiro, come molti registi giapponesi (anche dei più importanti, come Hiroki Ryuichi), ha iniziato la sua carriera nel campo dei film erotici, detti pink. È poi passato al cinema mainstream, dirigendo anche un film sul “ragazzo pescatore” Sanpei, protagonista di un anime (cartoon) popolare anche in Italia. Il tema della morte era già stato toccato da Takita, con sensibilità e gentilezza, nel suo film del 1999 Secret, dove l’anima di una donna si trasferiva nel corpo di sua figlia.

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