Una commedia western/noir, con un cast perfetto, Tre manifesti a Ebbing, Missouri parla di Mildred Hayes (Frances McDormand), che chiede giustizia per la morte della figlia facendo affiggere tre enormi manifesti che chiamano in causa direttamente lo sceriffo Bill Willoughby (Woody Harrelson).
Il film è tratto da una storia vera, I tre manifesti del titolo, non sono simbolici, non sono un segno, ma esistono concretamente e pongono domande scottanti, con tanto di punto interrogativo, alle autorità e la piccola comunità con i suoi abitanti poco inclini alla collaborazione e molto veloci nel formulare giudizi basati sulle apparenze.
È una voce arrabbiata, quella di Mildred, e la rabbia sarà il motore di tutta la vicenda, quasi a dimostrare che solo attraverso essa è possibile smuovere le acque in una società, quella della provincia americana, anestetizzata dall’indifferenza o, all’occorrenza, dalla falsa indignazione, e dove la discriminazione verso i neri e i diversi è un argomento per niente archiviato.
Anche polizia, chiesa e opinione pubblica non condividono l’iniziativa della donna, considerata poco degna di attenzione, in particolare, lo sceriffo Willoughby (un maturo e convincente Woody Harrelson), accusato di aver fatto poco e nulla per le indagini, pur avendo a disposizione il DNA dell’omicida. Tra lo sceriffo e Mildred si instaura in seguito un rapporto basato su onestà e fiducia, a dispetto degli apparenti scontri iniziali, e ai tre manifesti di Mildred lui risponderà, anche se indirettamente, con tre lettere che invierà, in un contesto drammatico, ai tre personaggi cui affiderà le indagini: sua moglie, la stessa Mildred e l’agente Jason Dixon (Sam Rockwell) suo sottoposto e simbolo di un certo tipo di poliziotto americano, razzista, esaltato e pronto alla violenza gratuita.

Dixon, in realtà, ha una storia difficile alle spalle e nel corso della vicenda il suo personaggio mostrerà un’evoluzione tanto credibile quanto miracolosa che lo renderà, attraverso una serie di avvenimenti di grave drammaticità, da peggior nemico e accusatore di Mildred a suo fedele alleato e sostenitore.
Non è un film sulla ricerca del colpevole, Tre manifesti a Ebbing, Missouri: la missione di questa commedia nera, in cui si riesce a ridere tra le lacrime del dramma e dell’amarezza, è molto più importante e riguarda l’attenzione e il ricordo nei confronti di donne che hanno subito abusi.
E il finale, (che non spoileriamo), ci dà la dimensione di quanto la denuncia sia stata importante, anche se scomoda e faticosa: e i manifesti da concreti si trasformano in un simbolo, una nuova e significativa iniziativa dalla parte delle donne che hanno deciso di non tacere. Un film da vedere.
fonti: cinemaniaci.org, cinefilos.it , mymovies.it
Disponibile In streaming su Rai Movie, In dvd.
Curiosità
La bandana indossata da Mildred è una strizzata d’occhio al personaggio di Nick Chevotarevich, interpretato da Christopher Walken in “Il Cacciatore” di Michael Cimino. La trama e l’insistenza sul colore rosso fanno invece riferimento al classico horror “A Venezia… un dicembre rosso shocking”, film che a un certo punto compare in una scena, nella tv della madre dell’agente Dixon.
Frasi Celebri
“Più tieni un caso sotto i riflettori, più hai probabilità di risolverlo” Mildred Hayes
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