Monicelli riesce a prendere tutti gli stereotipi dell’Italietta di provincia, frullarli, aggiungere cattiveria, cinismo e ironia e tirarne fuori un ritratto esilarante e spietato della natura umana.
Ti Consiglio Un Film La rubrica del CSVFVG Cinema e Terzo Settore
Mario Monicelli non ci era nato ma si considerava di Viareggio per elezione sentimentale: uno dei “maledetti toscani” della nostra cultura. Famoso tra chi lo conosceva per le battutacce e l’umorismo acre, era il regista più cattivo fra i grandi della commedia all’italiana (vincendo di poco la gara con Dino Risi). Uno spirito sulfureo, uno sguardo disincantato, uno humour nero attraversano il suo cinema, da I soliti ignoti, La grande guerra, I compagni, L’armata Brancaleone, Vogliamo i colonnelli a Parenti serpenti. Anche nel suo cinema ci sono gli eroi: ma sono eroi cialtroni, picareschi, donchisciotteschi, oppure eroi loro malgrado come i due soldati lavativi de La grande guerra.
Homo homini lupus potrebbe essere il motto di questa commedia molto divertente e molto nera, dove solo per i due vecchi (Paolo Panelli e Pia Velsi) il regista dimostra simpatia.
Siamo a Natale: i quattro figli con le famiglie tornano dalle loro città a casa degli anziani genitori per le feste tradizionali. Ma che shock quando i genitori annunciano di voler andare a vivere a casa di uno di loro a scelta…
Parlare è facile; il gap tra la chiacchiera e la realtà è il cavallo di battaglia della commedia all’italiana. Quando l’amor filiale è messo alla prova, ecco che saltano fuori i mostri (con superbi giri di facce in un paio di scene collettive) di una piccola borghesia gretta spaventosamente autentica. Monicelli ha un vero culto del dettaglio rivelatore e una capacità fulminante di “inchiodarlo” sullo schermo, anche grazie al montaggio calibratissimo di Ruggero Mastroianni. Tutto ciò non funzionerebbe senza un gruppo corale di ottimi attori, fra i quali ricordiamo Alessandro Haber, Monica Scattini, Cinzia Leone e Marina Confalone (su un orrido regalo: “Ti piace?” – “Hai esaudito un sogno”).
E’ un orrore di Natale visto e narrato “ad altezza di bambino”, un nipotino sopra la cui testa passa il dramma senza essere compreso: il classico “testimonio inconsapevole” che lo rende ancora più crudele.
Di Giorgio Placereani
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Frasi Celebri
“Ho fatto un film, Parenti serpenti, che era una farsa. La farsa è un genere meraviglioso, molto difficile perché va molto a fondo. Pur non essendo realistica, nella farsa c’è sempre una verità che va a fondo.” (Mario Monicelli)
Curiosità
Mario Monicelli giro il suo ultimo lungometraggio, Le rose del deserto, nel 2006. In sintonia con il suo carattere indomabile, a 95 anni Monicelli, malato terminale, non accettò di lasciare al caso e alla malattia la scelta della sua morte, e commise suicidio il 29 novembre 2010.
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