IL CORRIERE – THE MULE – l’incredibile vicenda di Leo Sharp tra illegalità e redenzione

Clint Eastwood (USA 2018)

Al centro del cinema di Clint Eastwood sta sempre l’uomo nella sua interezza – e questo spiega come mai riesca a commuoverci con personaggi sia al di qua sia al di là della barriera della legge.

Decisamente al di là è Earl Stone ne “Il Corriere”, tratto da una storia vera: un fioraio novantenne che diventa di punto in bianco un corriere della droga per i messicani. Di lui Eastwood dà, col suo classico viso gelato, una meravigliosa descrizione sfaccettata – quest’uomo misto di irresponsabilità e gentilezza, di generosità e di egoismo, chiuso nel suo passato di rovina familiare che sembra irreparabile, amico fedele dei suoi ex commilitoni, e nel contempo, vecchio donnaiolo a dispetto della venerabile età.

C’è qualcosa dell’individualismo western nella beata incoscienza con cui Earl accetta il suo lavoro di corriere della droga. Il suo progressivo inserimento nel ben pagato “lavoro” nasce in origine da una situazione difficile: il piccolo coltivatore di fiori è rovinato dalla concorrenza dell’e-commerce (suona familiare?).

La compromissione peggiora quando lui decide di salvare il locale dove si radunano da anni i reduci di guerra, a rischio chiusura perché l’assicurazione non paga (suona familiare?). Ma questa non è la storia di un benefattore: è una storia di denaro e di attrazioni materiali, alle quali Earl è tutt’altro che indifferente. E tuttavia Earl Stone, pessimo padre e marito, corriere della droga, bugiardo sperimentato (la scena deliziosa dell’incontro col poliziotto e il cane antidroga!), attraversa il film come una specie di puro.

Il grande tema del cinema eastwoodiano è quello della responsabilità; in modo audacemente paradossale, proprio la parabola di Earl nell’illegalità porta con sé una riscoperta della famiglia, e un’autocritica rispetto alla propria assenza, e infine una riappacificazione. Quello che conta per Eastwood è sempre l’amore che ci si lascia dietro.

Di Giorgio Placereani


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Curiosità

Come con tutti i suoi personaggi, per molti aspetti in quello di Earl Stone si può leggere in filigrana una proiezione di Eastwood stesso; ed è interessante che nella parte della figlia estraniata (una figura già drammaticamente presente in Million Dollar Baby) Eastwood abbia voluto impiegare la proprio figlia nella realtà, Alison Eastwood.

Leggi la vera storia di Leo Sharp (Tratto da Il Post)

Frasi Celebri


Earl Stone: “La famiglia è la cosa più importante, non fate come me. Ho anteposto il lavoro alla famiglia. Pensavo fosse più importante essere qualcuno da un’altra parte invece del fallimento vero a casa mia. Sono stato un pessimo padre, un pessimo marito. Ho rovinato tutto.”

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